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Yaoundè 25 febbraio 2006
Ogni cosa a Shisong si fa a mano. Si coltiva a mano, si spaccano i sassi per fare la ghiaia, si scavano mattoni, si raccoglie la sabbia dal fondo del grande fiume Lanaga (più a sud)…E’ un po’ come vivere con i ritmi dell’uomo. Noi occidentali questi ritmi li abbiamo superati. I nostri mille impegni ci impongono i “ritmi della tecnologia”: chiediamo spesso al tempo di durare di più, il tempo non ci basta mai. Anche la comunicazione viaggia sui ritmi dell’uomo. Tutti sanno cosa succede a Shisong o Kumbo, ma ci vuole un giorno o due perché il passaparola si completi. Noi possiamo cliccare velocemente sul mouse ed azzeriamo distanze e tempi. Il mondo passa davanti allo schermo del nostro p.c. in un secondo. Siamo preparati a questo? Questo bombardamento di notizie non le rende tutte uguali: siano esse buone o brutte notizie? A Shisong mi hanno detto: ”Voi avete gli orologi, noi abbiamo il tempo”.
Ho avvertito una sensazione di libertà in questi bambini, che noi non abbiamo. Sono affrancati dalle mode, dal dover per forza avere un vestito bello, le scarpe di grido, sono liberi dal “dover” possedere per forza, dal dover per forza comportarsi in un certo modo per appartenere al branco, sono liberi dai distorti concetti di sport che ci vengono comunicati (se sei bravo guadagni e ti fidanzi con una attrice famosa…), non devono sempre apparire in un certo modo per essere come sono la maggior parte dei coetanei. Eppure gli occhi di questi ragazzini brillano, risplendono nel rapporto con gli adulti.
I ragazzi sanno ricevere: è straordinario come noi siamo stati ricompensati da per ogni piccola cosa che abbiamo loro donato. Regalare è più bello che ricevere, lo scambio rende profondo il rapporto e la nuova amicizia. Il loro grazie è nei sorrisi, nella danza o nel canto improvvisato, nella loro grande dignità pur nella povertà. Quante volte regaliamo e riceviamo come fosse scontato, normale, inutile?
Probabilmente il tipo di vita che ho vissuto in questi dieci giorni non è migliore né peggiore del nostro: però possiamo imparare dalle diversità. Ci può aiutare a ritrovare quella umanità un po’ dimenticata e che si trova nel profondo di ogni essere umano.
Il confronto tra culture ha portato in Camerun molti aspetti positivi. Ha elevato ad esempio la condizione di molte donne: una infermiera, una lavoratrice dell’ospedale, una suora stessa ora sono una voce molto importante nella struttura totalmente patriarcale della società di Shisong.
I medici ed i Padri Missionari hanno portato una organizzazione ed una consapevolezza verso il mondo e la malattia che prima non c’era.
Non possiamo abbandonare il progetto della costruzione del Cardiac Center dell’ospedale St. Elizabeth di Shisong! E così il nostro progetto sul basket!
Bisogna sostenere la grande idea di questa associazione di preparare in Italia tutto il personale camerunense che dovrà gestire il nuovo ospedale, per poterglielo poi “regalare”, senza portare un tipo di medicina “colonialista” dove tutto è gestito dagli occidentali. Lo stesso dobbiamo fare con il basket, che ora in questa regione vive sulle ali dell’entusiasmo.
Ciò che fa l’Associazione Bambini Cardiopatici nel mondo e l’Associazione Cuore Fratello va sostenuto! (www.bambinicardiopatici.it)
Ora un malato di cuore di tutte le nazioni del centro Africa aspetta con fatalismo la sua sorte: sperare in una difficile donazione che gli permetta di operarsi all’estero, sperare che la vita “duri”…questo ospedale è la risposta positiva per tutti questi malati.
Proveremo a lavorare anche a Pesaro per aiutare questo progetto, da Pesaro lavoreremo anche per aprire la nuova scuola basket Scavolini – Gruppo Spar a Shisong che aiuti anche i bambini sani della regione a trovare nuovi stimoli in una attività sportivo-educativa. L’Inter di Milano, coinvolta nel progetto, aprirà a sua volta una scuola calcio.
Stasera abbiamo avuto un incontro molto importante con l’Ambasciatore Italiano Dott. Faustino Troni e con il segretario del Nunzio Apostolico a Yaoundè Don Vincenzo per parlare dei progetti italiani medici e sportivi da sostenersi nella zona di Kumbo, nella regione dei Ba-Nsò (il popolo di Nsò).
Il volo è pronto al decollo, nel bel mezzo di un nubifragio equatoriale, soffocato da un caldo umido insopportabile. Questo velo di nostalgia, questo senso di incompiutezza, questo dispiacere per non essere riuscito a fare veramente tutto quello che servirebbe, la voglia già ora di tornare, questi miei occhi pieni di immagini bellissime e di volti di bambini…sarà questo il “mal d’Africa?...
Ringraziamenti:
alla Scavolini – Gruppo Spar per l’entusiasmo con cui ha aderito al progetto
A Stefano Vellucci per il suo sostegno incondizionato
Alla sensibilità di Emanuela Scavolini
All’Assessorato allo Sport di Pesaro
Al Comitato nazionale Allenatori della F.I.P.
Al Settore Minibasket della F.I.P.
Alla società Aquila Basket di Trento
Alla Polisportiva Tumminelli Milano
Alla Spalding Italia
Al negozio Champion di Pesaro
Al negozio Piesse Sport di Pesaro
Al Programma Giovani Scavolini – Gruppo Spar
A tutti coloro che ci aiuteranno nel futuro prossimo e che già ci hanno contattati
Alla Dottoressa Raffaela Veroli, vera ispiratrice e coordinatrice con i Padri Missionari di Shisong (Padre Roberto, Padre Giuseppe, Padre Luca) del progetto basket, ed a suo marito, il dottor Alessandro Giamberti, che così tanto sta facendo per i bambini malati di cuore di molte parti del mondo.
A tutte le persone conosciute durante questo viaggio e da cui, di ognuna, ho potuto trattenere qualcosa
Stefano Bizzozi
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